Le dita a scatto sono una delle cause più comuni di dolore e di disfunzione della mano. È una patologia particolarmente comune in soggetti diabetici, e in soggetti con artrite reumatoide. I fattori di rischio per questa patologia sono anche traumi alla mano, gravidanza, attività lavorative e sportive che comportano un notevole stress manuale con movimenti ripetitivi in flessione delle dita.
Il dito più colpito è l’anulare seguito dal pollice, medio, indice e mignolo. I pazienti spesso riferiscono uno scatto indolore nel dito, che può divenire doloroso in prossimità dell’articolazione MCF con irradiazione prossimale.
Nella fase iniziale della malattia e comunque non oltre 6 mesi dall’insorgenza dello scatto, si può tentare il trattamento conservativo associando anti-infiammatori locali e ultrasuoni all’utilizzo di un tutore di riposo che eviti la continua sollecitazione a livello della puleggia infiammata.
Se si ricorre all’intervento chirurgico è comunque indicato l’incontro con un terapista specializzato per apprendere semplici consigli per il trattamento dell’edema, la cura della cicatrice e il ripristino dei corretti scorrimenti tendinei. Se non trattato in modo adeguato infatti, si possono creare aderenze con perdita di estensione delle metacarpofalangee (MF).
lo splint utilizzato per questa patologia prevede un’immobilizzazione della MF mentre la IFP e la IFD vengono lasciate libere di muoversi. È un tutore abbastanza comodo che consente le attività quotidiane senza troppe limitazioni.