Patologie traumaticheLussazione acromion claveare


Fratture dell’estremo prossimale
Le fratture dell’estremo prossimale dell’omero sono relativamente frequenti e rappresentano il 4-5% di tutte le fratture. Tali fratture si manifestano a seguito di traumi ad alta energia, tipici nei soggetti giovani, ma hanno una maggiore prevalenza nei pazienti più anziani, a seguito di traumi a bassa energia, a causa della malattia osteoporotica. I sintomi più comuni sono dolore, tumefazione, iperestesia in corrispondenza della spalla (in special modo sul trochite). Entro 24-48 ore dalla lesione, diviene visibile un’ecchimosi che può diffondersi alla parete toracica, al fianco e al braccio.
Viste le possibili lesioni del nervo ascellare, occorre valutare la sensibilità cutanea in prossimità del deltoide e la forza dello stesso muscolo. È possibile inoltre identificare i frammenti mediante l’utilizzo di rx con proiezioni ben stabilite che prendono il nome di “Trauma series”: le proiezioni consigliate sono : antero-posteriore, Y di Neer e ascellare. dopo il trauma è possibile utilizzare un’ immobilizzazione gessata, se la frattura è diafisaria. Mentre se la frattura è dell’estremo prossimale, il gesso può favorire una distrazione della frattura con accentuazione del dolore. Nelle fratture dell’estremo prossimale l’applicazione di un tutore, nella posizione di braccio al fianco, costituisce il mezzo d’immobilizzazione più idoneo. Nelle fratture-lussazioni posteriori il braccio è in rotazione neutra o il leggera extrarotazione. Nelle lussazioni con frattura scomposte del trochite, oltre all’extrarotazione, risulta utile anche un cuscino per l’abduzione.

Trattamento conservativo

Le fratture prossimali dell’omero possono essere trattate con immobilizzazione, onde evitare ulteriori spostamenti fra i segmenti della lesione. Una volta rimosso il tutore, si eseguono esercizi riabilitativi per il recupero della mobilità e successivamente esercizi per il recupero della forza mediante resistenze isometriche ed elastiche.

Trattamento chirurgico

Trattamento chirurgicoCome per ogni frattura, il trattamento chirurgico ha lo scopo di ripristinare l’anatomia articolare, la motilità dell’articolazione, l’allineamento assiale e consentire una precoce mobilizzazione. Tra le metodiche di trattamento a disposizione del chirurgo, distinguiamo: la riduzione con sintesi a minima percutanea, la riduzione a cielo aperto con sintesi interna e la sostituzione protesica della testa omerale, associata a sintesi della piccola tuberosità.

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